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La verità  sulla morte dell’eroico aviatore Francesco Baracca?

Lo strano dilemma che ancora coinvolge la morte del Maggiore Francesco Baracca.

Era il 19 giugno 1918. Mancava poco alla fine della Grande Guerra. A Esattamente a 95 anni dalla sua scomparsa ancora non si è risolto il dilemma di come morrà sul Montello l’eroico aviatore italiano che abbatta nei cieli oltre 19 aerei avversari. Tre le tesi. Abbattuto dai due aviatori austriaci Arnold Barwig e Max Kauer. Colpito a morte alla tempia da un cecchino austriaco che spara da sopra un campanile. Morto nel tentativo di atterrare. Quest’ultima tesi prende sempre più piede supportata da un attento e approfondito studio eseguito da esperti  ricercatori trevigiani, che hanno simulato l’evento grazie a  tutto quanto fortunatamente ancora esiste quale documentazione. A non solo.  Lo SPAD VII del maggiore Baracca, precipita quando in volo quasi radente, venne colpito da un  fuoco antiaereo nascosto in mezzo ad una boscaglia  non visibile dal Pilota. Plana quindi alla interno della Valle dell’Acqua, superando una collinetta che impediva di vedere la caduta sennonché ai soldati che ivi combattevano. I Piloti nella Grande Guerra non indossavano i paracadute per una questione di onore. La maggior parte di loro quindi cadevano con il proprio aereo in fiamme bruciati vivi o, se piu fortunati, colpiti. La quarta tesi del suicidio determinatasi dal fatto che il Maggiore afferma a tutti che piuttosto che morire bruciato vivo si sarebbe sparato, stata anche questa sollevata in quanto la pistola non aveva sparato. In verità il Pilota mantenendo la sua consueta freddezza e capacità di aviatore, condusse l’aereo tentando un atterraggio di fortuna, che picchiando contro una sommità lo porta ad un passo dalle linee italiane e dalla salvezza. Gli fu rinvenuta sulla fronte una ferita che non era di arma da fuoco ma derivante dall’urto che la colpa battendo la testa sull’angusto e stretto abitacolo dell’aereo. Usci moribondo ad uscire dall’aereo prima che l’incendio lo facesse scoppiare, trascinandosi lontano da esso. Resistette fino all’ultimo morendo da Eroe. A Gli fu riconosciuta la Medaglia d’Oro al valor Militare e ora riposa nel cimitero di Lugo di Romagna.